Domenica 15
Nel disperato tentativo di raggiungere Khajuraho decidiamo di lasciare Jodhpur fin dalla mattina di sabato, infatti non abbiamo trovato posto sul treno notturno. In effetti abbiamo riscontrato, a nostre spese, che, se si vuole viaggiar bene su un treno indiano, è indispensabile prenotarlo con un forte anticipo.
Inaspettatamente troviamo alla stazione un segno tangibile dell’affetto verso di noi da parte della città, infatti ci mandano una piccola banda a salutarci; la cosa ci commuove ma decidiamo lo stesso di partire.
Ed eccoci ancora una volta sui treni indiani! E’ necessario infatti, se si vuole penetrare la realtà di questo popolo, usare quello che è il loro mezzo di spostamento preferito; purtroppo Roberto non accetta il mio consiglio di provare a fare il viaggio (12 h. e mezza) sul tetto, temendo di peggiorare il proprio stato di salute, così ci accomodiamo all’interno in comode cuccette dotate di lenzuolo e cuscino.
Piccola nota: i treni sono davvero a misura d’uomo, vanno piano, si possono prendere tranquillamente in corsa, ogni tanto si fermano consentendo ai passeggeri di scendere a sgranchirsi le gambe e fare una chiacchierata, infine spesso viaggiano con le portiere aperte, almeno quando la velocità è ridotta.
Troviamo alloggio in un hotel “molto pittoresco” nella vecchia città (hotel HOST – vedi foto) che mette a dura prova le nostre capacità di adattamento, e ci prepariamo per la nostra visita al monumento simbolo dell’India.
Si, siamo giunti nell’Uttar Pradesh, ad Agra, e quello che potrete vedere qui accanto è proprio lui,
il TAJ MAHAL, un mausoleo imponente e di un colore diafano, splendido nella sua marmorea bellezza.
(Un monumento costato moltissimo, ma certamente l’imperatrice se lo meritava visto che è morta durante il 14°, dico quattordicesimo, parto)
Al Forte di Agra possiamo arricchire la nostra collezione di animali esotici con dei piccoli pappagalli verdi e con il becco rosso; scorazzano dappertutto, anche fuori il forte e danno l’idea di essere in sudamerica.
1 commento:
alberto, nella foto sul treno, sembra veramente un viaggiatore "zaino in spalla"... peccato per le scarpe che costano come 2 anni di stipendio di un indiano...
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